No no, alt alt. Questo non è il solito articolo frantumabelini di un fanatico che vuol far veder di esser tra i pochi a conoscere il Genovese. Anzi!

Se c’è una cosa che me fa vegnî o scciupon de fotta, è proprio quella fetta di persone che conosce la nostra lingua antica, ma schernisce chi la vuol “provare” prendendo in giro e/o demotivando il povero “principiante”… come fosse qualcosa di esclusivo, per pochi eletti… O Zeneize o l’è de tutti!
Se hai 5 minuti fai pure, altrimenti pianta li e te lo vieni a leggere quando hai tempo! Perché? Perché ci tengo particolarmente e so che un bel po’ di persone aspettavano che qualcuno affrontasse questo discorso!

Dove posso imparare il genovese? Come faccio se ormai nessuno lo parla?

S’è fæta l’oa che vi spieghi qual’è una delle “Missioni” del Mugugno Genovese.
ARDUA. MATTA.
Ma affascinante…

Salviamo o ZENEISE, partendo da un “gioco”!

Sono tantissimi i genovesi che non sanno il dialetto, o che conoscono giusto due parole in croce (“belin” tra queste). Non è da farsene una colpa, anzi! Questo “estinguersi” della nostra lingua (perché di lingua si tratta!) è stato causato principalmente da due fattori: “la globalizzazione” e “i nonni”. Sulla prima, non c’è bisogno di soffermarsi, è argomento noto a tutti. Sulla seconda, s’intende quel processo che ha portato i nostri nonni e bisnonni a non parlare il Genovese in casa ai propri figli perché considerato “ignorante”, “retrogado”, sconsigliato dagli insegnati per far sì che i figgeu imparassero l’uso corretto dell’italiano. Premesse giustissime che hanno reso l’italiano la prima lingua, un po’ ovunque. È anche vero, però, che molti non vogliono perdere le proprie radici, o quantomeno vogliono conoscere la lingua dalla quale provengono. A tutti vi è capitato di sentire qua e là quel “Genovese” che tanto si adagia a pennello con la nostra coccina (o cantilena, come si preferisce)…

“Fatecela conoscere!”

Tanti, tantissimi, vogliono imparare il genovese! Da quando ho iniziato le lezioni serali su facebook, ho potuto constatare con stupore,  quanti giovani siano realmente interessati a conoscere questa strana lingua dalla quale proveniamo. Tanti mi hanno scritto che gli piacerebbe conoscerlo di più, ma non sanno come fare. “A chi posso chiedere?”, “Mi insegni tu?” etc. I problemi son molti, la richiesta è sempre la stessa. E così mi son chiesto:

Come si fa a rimettere in circolo il genovese?

La voglia di “tirarlo fuori” di nuovo, c’è e sarebbe un peccato non provarci! Per il momento dimenticavi i corsi, gli incontri e tutta quella roba là, tradizionale. Allo stato attuale delle cose, credo bisogni partire da qualcosa che piaccia a tutti noi, specialmente ai più giovani, che non occupi TEMPO, non COSTI e, soprattutto, non rompa le balle ulteriormente alla routine di tutti i giorni. I ciù zueni, tra i quali mi ci metto anche io, non hanno tempo, coæ, “ce n’hanno per il belino“, di sciorbirsi un corso di genovese! E poi, siamo onesti dai, fa ridere pensare ad una situazione tipo: “raga stasera andiamo al corso di genovese?” Belin, non si può sentire

Allora come fare? Buttiamo tutto all’aria, prima ancora di cominciare? NO e qui viene il bello!

Serve una BASE, una COSCIENZA di gruppo/massa, per iniziare questo “gioco” di cui vi andrò a parlare!
Cosa intendo per coscienza? Sentirsi Genovesi, esserne fieri e volerci provare! Scoprire qualcosa in più di quella lingua che, ancora 40 anni fa, era ancora sulla bocca dei nostri nonni, dei nostri parenti, più in generale, di tutte le persone native de Zena e Liguria.

E adesso, direte voi: “Va be, sei matto e ormai l’abbiamo appurato, ma ti prenderò seriamente, anche solo per un secondo… quindi dimmi: Come pensi di fare? Cos’è sto gioco? Insomma pochissimi giovani conoscono il genovese, quasi nessuno la parla. Cos’ha partorito il tuo cervello bacato?“.

Iniziamo con il “GIOCO”! Imparare o Zeneise per gradi! Giorno per giorno!

Le “regole” sono semplicissime e potete applicarle sia nel parlato che nello scritto. A vostro piacere. Detta a modo nostro: fate un po’ il belin che vi pare ‘nsomma!

1) sostituire, un po’ alla volta, le parole che conosciamo attualmente di genovese, nei discorsi tra amici e non solo (ecco magari non iniziate con il vostro datore di lavoro, magari pure bauscia!)
2) lentamente e, a piacere, inserire qualcosa di nuovo nelle frasi più comuni.
3) ti vergogni a parlarlo? Scrivilo!

È un gioco che va a riprodurre il processo d’estinzione del Genovese, ma alla rovescia! Anziché eliminarlo negli anni, lo facciamo ritornare… Lentamente.
Facciamo un esempio, perché messa così, sembra follia… Applichiamo le regole in un caso-tipo.

– “Raga stasera usciamo?” – un genovese direbbe “Aloa figgeu staseia sciortimmo?” (pronunc. “Alua figgeu, staseia sciurtimmu?”). ALT = Niente panico, non è necessario iniziare così! Anzi, forse i primi tempi sarebbe ridicolo, proprio perché ancora nessuno lo parla! Questo, semmai, potrebbe essere il risultato finale se tutto andasse a gonfie vele! Potremmo partire, per esempio, con l’utilizzo di “figgeu“, o del verbo “sciorti”!
Quindi diventerebbe: “Figgeu, stasera usciamo?” e, per chi già lo usa, passare a “Figgeu stasera… se sciorte/sciortimmu?” per esempio… Poi il passo da stasera a staseia, non è così “arduo”, ma sicuramente risulta più “forte” da sentire parlato… (eee si: siamo d’accordo che qui non vi sia mai niente da fare la sera, ma questo è un altro discorso)

Rifacendosi all’esempio, in tanti usiamo ancora “figgeu“, ma perdere tutto il resto è davvero un peccato. Vi vergognate a parlarlo? Legittimo, ma belin: più della metà delle conversazioni di una giornata le facciamo per scritto sui vari social, whatsup e belinate varie… scrivetelo e non parlatelo, ma intanto iniziate ad infilarvelo in ta testa! Scrivetelo anche sbagliato, come vi viene, ma provate!

Poi oh, parliamoci chiaro… ormai 1 parola su 10 è in inglese e, per di più, ora quelli la fanno gli associali… saia megio o zeneise? Almeno è più simpatico che star a sentire quei bevitori di the incalliti!

Posso assicurare che, se vi impuntaste ad usare una parola in genovese, dopo poco tempo ve sciortiâ, ehm scia scuse, vi uscirà da sola prima dell’italiano. Non mi credete? Provare per credere.
=> Non vergognatevi! Il tasto, a mio avviso, più dolente, che ho già sottolineato più volte nelle righe sopra. Di vecchietti che “sfottono” chi prova a dire qualche frase, ce n’è pieno. Genitori che snobbano la nostra pronuncia, bauscia che ci fanno il verso ecc. ecc, sono tutti fattori che “frenano” chi magari ha la passione e la voglia di provarci

Spesso ho sentito dire “Mi vergogno di provare a parlarlo!” | “Non saprei con chi” | “è da vecchi“. Tutto comprensibile, ma credetemi: il sorriso che avrete di risposta (da chi lo parla veramente) non è di sfottò, bensì di apprezzamento verso chi si sforza di tenere la SUA lingua viva!

comesifaadimparare

Da Michele D. ci arriva questa riflessione…

Il tutto verrà affrontato con un incremento di informazioni qua sul Blog, cosicché, se vorrete seguirmi, potrete trovare tanto materiale a disposizione per gettare le vostre basi giorno per giorno! Inoltre, grazie a Riccardo Iasiello, verrò aiutato anche per mostrarvi le differenze, i cambiamenti dialettali, nelle varie zone della Liguria. Quest’ultimo aiuto potrebbe esser molto utile, per esempio, per chi si lanciasse nella “missione-Zeneise”, ma trovasse alcune differenze sostanziali tra quello che c’è scritto sul Blog e ciò che invece conosce di “tasca sua”, derivante dalla specifica zona in cui vive/è cresciuto…

Spero di avervi “disegnato” nella mente l’idea della “missione” che mi piacerebbe “iniziare”! Potrò anche esser un matto, un fantasioso psicopatico immaginario, e sarò da solo a provarci… Frega un belino, ma almeno non son forestiero! Mi son Zeneise! e ti?

Into mentre ve saluo, allegri!