Uno dei più grandi attori genovesi, forse IL più grande, per ciò che ha saputo dare e comunicare. Gilberto Govi.
In questi anni, creando varie clip dai dvd che possiedo in casa, mi prendo un po’ di merito nell’aver riportato alla luce sui social network il buon Gilberto Govi. Specialmente per i ragazzi della mia età – anni 90 in poi – che non avevano mai visto nulla della sua comicità. A tal proposito pure La Repubblica dedicò un articolo, LEGGI QUI
Se sei interessato, tutte le clip le trovi qui: CLIP GOVIANE del M.G.
Se vuoi rimanere sempre aggiornato per tutte le novità che escono su ilmugugnogenovese.it
Iscriviti al CANALE TELEGRAM UFFICIALE: @ilmugugnogenovese
Chi era Govi?
Per ricordare un personaggio come Gilberto, bisogna farlo come lui stesso vorrebbe: con allegria. Dunque non sarà un elenco scialbo di date, opere e titoli uno di seguito all’altro, bensì un inno alla sua incredibile “sagoma“.
Amerigo Armando Gilberto Govi, simbolo ed emblema del teatro genovese, nasce a Genova il 22 Ottobre 1885, in via Sant’Ugo 13, non distante dalla stazione di Genova Piazza Principe. La sua famiglia è di origine mantovana: padre Anselmo, funzionario delle ferrovie e mamma Francesca Gardini, bolognese.
Frequentò le scuole insieme al fratello Amleto e, nonostante il padre desiderasse per lui una carriera di funzionario delle ferrovie, si appassionò sempre più al palcoscenoco iniziando a frequentare una compagnia teatrale: a dodici anni, nel 1897, recitava già in una filodrammatica.
L’amore per questa forma d’arte, lo induce ad iscriversi all’Accademia filodrammatica italiana, ospitata nel Teatro Nazionale in stradone Sant’Agostino. Frequenta per tre anni l’Accademia di belle arti e, a sedici anni, viene assunto come disegnatore dalle Officine elettriche genovesi. Proprio qui, attorno al 1914, comincia a recitare in alcune commedie fino a che non viene espulso dall’Accademia per alcune divergenze. Govi non è tipo da farsi mettere i piedi in testa, è Genovese, dunque testardo e determinato quando viene “stuzzicato”. Forma quindi una nuova compagnia: la “Compagnia dialettale genovese” ed inizia ad esibirsi nei maggiori teatri cittadini.
Il boom?
1923 al Teatro Filodrammatici di Milano con “I manezzi pe maja na figgia”! Di Nicolò Bacigalupo, è la commedia, a mio avviso, più vivace e moderna di tutte. Quale migliore “trampolino di lancio” ? Dal 31 dicembre 1923, dopo il successone, si dedica totalmente alla vita di attore iniziando ad elaborare tutti i suoi principali personaggi e stereotipi che ritroveremo nelle commedie. Govi ha molti punti di forza, uno dei principali è la sua partner fin dagli inizi nella “Compagnia dialettale” Caterina Franchi Gaioni. Sua compagna, sia sul palco, che nella vita. Quale migliore connubio per alimentare un nuovo teatro, già vincente nell’idea?
Da lì Gilberto non si fermerà più, andando in giro per tutto il mondo con le sue commedie. Come non citare “Pignasecca e Pignaverde“, “Colpi di timone“, “Maneggi per maritare una figliola“, ma anche “Sotto a chi tocca” e tante altre…
Si cimenterà anche in 4 film: “Colpi di timone” (1942), “Che tempi!” (1947), “Il diavolo in convento” (1950), “Lui, lei e il nonno” (1961).
Nel mondo è da tutti visto come lo stereotipo del vero Genovese: furbo, sorridente e rude allo stesso tempo.
Essere “vicino” alla gente, rappresentare i problemi d’ogni giorno, l’autoironia e la totale assenza di volgarità, sono stati punti forti del suo “essere” sul palco. Il tutto condito con quel suo espimersi in un misto genovese-italiano tanto caro ai V.E.L, tanto simpatico alle orecchie dei Foresti e la sua mimica, la sua gestualità così uniche e indelebili.
Ha fatto scoprire un po’ di “noi” anche oltre i giovi, rappresentando al meglio quel nostro carattere burbero e distaccato all’apparenza, ma che invece si dimostra esser tutt’altro, non appena hai modo di scoprirci.
Gilberto Govi lascia il teatro a 75 anni, capendo che ormai era il momento di prendersi il meritato riposo e tirar le somme di ciò che aveva costruito. D’altronde come diceva lui: “il teatro è come una bella donna: bisogna lasciarla prima che sia lei a lasciare te”
Ci lascia il 28 aprile 1966 a Genova. Dopo più di 50 anni, siamo ancora qua a riguardarci le sue scene e ridere come fosse la prima volta che vengono recitate.
Se vedemmo figgeu!
Avremmo dovuto rendergli più onori quando era ancora vivo; ho tutte le sue commedie che ho trovato su cassetta e Dvd e le so praticamente a memoria, eppure quando le guardo sempre con immenso piacere divertendosi sempre come se fosse la prima volta. Un grandissimo grazie all’insuperabile sciu Gilberto ed alla Signora Rina.
Era appassionato di calcio?
E se si…era genoano?
Mi vengono in mente due particolari circa le sue commedie che portano delle domande.
In una, mi pare fosse “Sotto a chi tocca”, Govi viene multato perchè camminava contromano in Via XX Settembre, è vero che all’epoca c’erano sensi unici anche per i pedoni?
In un’altra, forse Pignasecca o Pignaverde, ricordo che finito di pranzare (o cenare) arrotolano i tovaglioli e li annodano, era un’usanza del tempo?
Grazie
Umberto
Sì una volta multavano se camminavi nel senso sbagliato in alcune vie. Mia mamma me lo ha sempre raccontato che fu miultata. Mi diceva che il pedone doveva camminare contromano alla corsia di marcia, praticamente il pedone doveva guardare la macchina che le veniva incontro. Ha senso in effetti, per quei tempi dove non tutte le strade avevano i marciapiedi.
Stupenda pennellata di colore su Gilberto
Non essendo più una bamnina ho visto tutte le commedie di Gilberto Govi sia al Teatro Augustus che al Margherita. Spesso quando c’eranole riviste noi andavampo a vederle nel palco del
Teatro Margherita e lui era nel palco accanto a noi. Ci salutava molto cordialmente in quanto era un amico di mio Papà (Alto Funzionario di P.S.) Grazie di questo ricordo. Dopo la sua morte ero in coda per prendere un biglietto per lo spettacolo di Jhonny Dorelli, “Aggiungi un posto a tavola”. In coda c’era la Sig.ra Rina Govi che, anche Lei faceva la coda,. riconosciutala, dissi a coloro che erano davanti a Lei, i n tantissimi per prendere il biglietto. Dissi fatela passare che è la Sig.ra Govi. Quindi l’autai a raggiungere lo sportello e Lei, con uno splendido sorriso mi ringraziò, dopodichè tornai a fare la mia coda. Quando Lei prese il biglietto, si fermò da me e mi chiese se avessi voluto un caffè, io risposi,no grazie, ma mi faccia un autografo. Scusate se mi sono dilungata ma mi faceva piacere narrarVi questo episodio della mia gioventù. Annamaria Patti
Bisognerebbe ripescare dalle teche RAI la memoria di Govi narrata dalla Scia Rina in più puntate. Nella sigla Gino Paoli canta in genovese.
Bello davvero il preferito di nonna .. grazie tante
Dovrebbero farlo conoscere agli studenti che frequentano l’accademia. È grazie a lui che sono nati attori come Alberto Sordi e Walter Chiari.
È tutta questione d’inprincipio!
Ho scoperto Govi grazie a te e l’ho fatto conoscere ai miei amici:certe sue espressioni ora sono entrate nel nostro linguaggio quotidiano!!
Silvia
Grandi!! 🙂 fai girare i video su youtube 😀 Meno male che l’hai scoperto!