Credits: Archivio AMGA

Quando il treno attraversava Marassi e… non dimentichiamo anche San Fruttuoso e Staglieno fino alle acciaierie Falck!

Per i più giovani come me, vi assicuro che non è una fotoshoppata, ne’ mi sono fatto di acidi strani.
Esisteva davvero e… faceva pure un tragitto bello lungo! Oua, cianin cianin, vi spiego tutto.

Premessa: le foto che troverete qui sono quasi tutte prese dall’archivio Publifoto (Lo trovate cliccando QUI) che documenta approfonditamente Genova, e non solo, da tempi immemori!

Partiamo con una cartina del percorso, tanto per farsi un’idea del suo tracciato e del suo scopo.


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Ferrovia delle Gavette

Carta del Binario Industriale della Val Bisagno sulla base della carta del US War Office del 1943. Fonte Wikipedia

 

Premetto subito: Se pensate fosse una linea di trasporto pubblico, purtroppo, vi devo deludere.

O meglio: sarebbe potuta diventarlo (con la famosa linea Genova – Piacenza) ma, alla fine degli anni ’60, si preferì eliminare gradualmente tutto il trasporto su rotaie a fronte degli omnibus.

La zona della bassa val Bisagno si era sviluppata a fine Ottocento, grazie ai marmisti che lavoravano per il cimitero monumentale di Staglieno e la sua fiorente agricoltura; Marassi non era come la conosciamo oggi.

Immaginate di poter fare come in un videogioco di simulazione, dove potete ricreare un ambiente a vostro piacimento. Prendete il quartiere Marassi, piggiate sullo strumento “gomma” ed cancellate circa 2/3 degli edifici che vedete oggi. La stessa cosa fatela per il quartiere di San Fruttuoso.
Come si presenta adesso lo scenario? Molti più alberi, palazzi qua e la’ isolati e… meno strade! Quelle ancora presenti, risultano più libere, con un sacco di botteghe ai piani terra. Tutto questo ”panorama”, dove di lì a poco sorgerà il nostro trenino, conobbe una forte espansione ad inizio secolo con la costruzione del mercato generale ortofrutticolo di corso Sardegna, dello stadio comunale e, particolare attenzione nel nostro specifico caso, con le officine per la produzione del gas di città (il gasometro costruito in località “Gavette” dell’Azienda municipale gas e Acqua (AMGA) situato nei pressi di ponte Carrega).

Nel 1925, venne dunque costruito il “nuovo binario industriale della val Bisagno”. Alla modica cifra di 2 milioni di lire, così da servire i nuovi insediamenti commerciali e industriali sorti nella valle. Si trattava di un binario unico non elettrificato. Nei tratti con traffico stradale, principalmente in Piazza Giusti e Corso Sardegna, erano presenti controrotaie.

Che percorso faceva?

Si partiva dallo scalo merci di Genova – Terralba e, passando per Via Giacometti (non precisamente sul tracciato della strada, ma giusto per farvi un’idea), imboccava Corso Sardegna. In corrispondenza, poi, dell’ormai tanto bistrattato mercato, vi era un raddoppio (zona foto qui sotto, circa) per consentire la sosta dei carri a servizio.

Si proseguiva poi in diagonale verso il Bisagno, passando per corso Galliera attraverso una fornice (foto sotto) in via Cagliari. Da lì, ciufciuf diretti verso lo stadio, con altre piccole “fermate” di “rifornimento” durante il percorso.

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