LEGGI BENE TUTTO PER CAPIRE DI CHE SI TRATTA.
Lezione serale #61 Palanche 
“Perché t’impari un po’ di parole cosi quando vieni a trovarci sai come
 interpretare..” 

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È una parola che il buon Gabibbo (leggi qui la lezione serale sul Gabibbo) ne ha fatto quasi il suo cavallo di battaglia. Un vocabolo che, chi vien da fuori, lo associa in modo viscerale alla nostra natura. (Sbagliando ovviamente!)

Non perdiamoci in chiacchiere e anemmo fito fito alla Definizione dal Diz. Frisoni: Palanca, s.f. soldo || ___ con l’influenza, soldo fuori corso || ëse ciù scemmo che unn-a ____ de piæ, essere più minchione che l’ova sode.

Sta arrivando il Black Friday anche a Genova figgeu e, non a caso, andiamo a trattare di questo parola! (se volete far acquisti per il black friday tramite il Mugugno Genovese, leggete qui!)
Strettamente collegata al “luogo comune” con il quale ci descrivono il 99% degli italiani (GenovesiTirchi), fa strano, se andiamo a cercare su un dizionario italiano, la definizione che troviamo: Palanca: Grossa trave, Tavola di legno, talvolta rinforzata da una cerchiatura metallica, usata come piano praticabile nei ponteggi e nelle impalcature, come passerella mobile tra i bordi di un’imbarcazione e la banchina ecc. Antico parapetto difensivo costituito da una serie di grossi pali conficcati nel terreno e da un terrapieno



Sì, anche io per un attimo mi son fermato a pensare: “non è che sti sciaccæli han pensato di dover dar la definizione di “panca” e han capito male?” ma a quanto pare…
Non soffermiamoci su queste belinate e passiamo ai proverbi collegati alla nostra palanca. Ve ne proporrò alcuni, uno di seguito all’altro:

  • Palanche e bacchæ devan ëse contæ | Denari e bastonate devon esser contati.
  • Faccia da tre balle ‘na palanca | … ha una bella faccia tosta!
  • O l’ha guagnou de palanche sensa do de meistro | ha guadagnato soldi con gran facilità (sulla traduzione letterale… soprassediamo!)
  • Eh belin son palanche! | Questo non è un proverbio, bensì un moddo de dì (più un intercalare forse!), ma ho voluto inserirlo ugualmente poiché credo sia uno delle forme più usate per indicare l’attenzione ai soldi, in un dialogo, senza dar troppa serietà al discorso!

Alcuni mi han chiesto tempo addietro:

“ma la differenza tra dinæ, palanche e citti?”

Beh, non è così difficile rispondere per quanto riguarda i primi due termini. Tra dinæ e palanche la differenza sta più nella traduzione letterale che nel suo utilizzo. Il primo significa denaro, l’altro… palanche! Mi spiego meglio: se vogliamo improntare un discorso più serio e meno amichevole useremo il termine “dinæ” (ma attenzione: non è un errore comunque usare “palanche”!), se invece vogliamo dar “peso” e, in alcuni casi, ironia al discorso allora useremo “palanche”. Considerate che usare uno o l’altro cambia poco o nulla. Ciò che conta è la pronuncia e la mimica con cui andremo ad interloquire. Diverso, invece, è il significato di “citto“. Il citto è il “centesimo” o comunque i tagli più piccoli delle monete. Ironicamente possiamo usare “palanche” anche per indicare dei citti e, in questo caso, state pur certi che non verrete mai presi seriamente!

PRONUNCIA

Palanca / palanche. Ma non è così semplice. Il Ligure quando parla di palanche non è mai propenso all’argomento. È sul chivalà. Quindi pronuncerà il vocabolo con ironia, stanchezza o scocciato, in modo da indirizzarvi senza alcun dubbio su quale umore lui abbia nel parlarne.


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Se vedemmo zueni!