L’Amuchina è uno dei prodotti più conosciuti e utili nella vita d’ogni giorno in ambito di pulizia, igiene. E poi… figuratevi oua col coronavirus che son tutti lì alla ricerca…

Se vi state chiedendo perché ne parlo, è “semplicemente” perché il suo “DNA” è tutto Genovese.

Nasce proprio a Genova, nel 1939! Viene scoperta come soluzione disinfettante a base di cloro dal Gruppo Eridania di Genova.


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La storia dell’Amuchina è genovese fin nel midollo: Pietro Giaviotto e il figlio Giorgio, ne iniziarono la produzione in quel di Busalla.

Dalla scoperta, che avvenne nel 1939, si arrivò al 1945 quando dei bauscetti rilevarono il pacchetto azionario e trasferirono l’attività a Milano. Il percorso milanese, però, durò poco e nel giro di qualche anno, tornarono a “casa”; sta volta in quel di Casella.

Nacque originariamente per combattere la tubercolosi, ma già della Seconda Guerra Mondiale, si utilizzò per disinfestare l’acqua potabile.
Dagli anni Cinquanta fino al Settanta, diventò prodotto leader negli ospedali, specie per la macchina della dialisi e per la dialisi peritoneale. L’Amuchina fu molto utile dieci anni più tardi, con l’epidemia di colera che colpì il sud Italia, usandone grandi quantità per pulire la frutta e disinfestare, ancora una volta, l’acqua potabile. Il successo era già su scala Europea, ma dagli anni 2000 crebbe ulteriormente, consacrandosi con la notorietà di oggi.

Spero d’avervi raccontato qualcosa che già non sapevate!

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