Diciamolo: c’è mangiatore di focaccia e intenditore di focaccia. La fiuti, la ammiri, la sai “intuire” ancor prima di assaggiarla! Sono tutte peculiarità che, se non sei Ligure, difficilmente potrai capire. Ti assicuro, però, che sono tutte vere!

Prima di andare al succo del discorso ti lascio un link interessante da legger dopo, se hai voglia:

Eccovi quindi le 5 cose che solo chi è dipendente dalla Focaccia potrà capire…


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1- La Focaccia? La fiuta.
Lui non sa che c’è un fornaio a 50 metri, ma il radar si attiva. La fame cresce, la sudorazione aumenta, il naso inizia a fiutare… Si guarda in giro come neanche un ghepardo nella savana. Poi, eccolo! Là con la sua insegna e la vetrina dove La intravede. È LEI, non può sbagliare, aveva percepito il Suo profumo nell’aria, l’unto che aleggiava e che piano piano lo raggiungeva.
Può scovarla in mille modi diversi: una persona accanto, una briciola come indizio… La percepirebbe anche a 2 miglia di distanza. I più attenti riescono addirittura a riconoscerla dal sacchetto in cui è stata riposta!


2- La sa valutare già dall’aspetto e riconosce il fornaio di provenienza.
Un vero malato/dipendente da focaccia sa già il gusto ancor prima di assaggiarla. Il colore, l’olio, lo spessore, il pallore dei buchi della focaccia (molto importante) e il modo con cui ti viene servita, son tutti indicazioni chiave per capire se la focaccia merita o meno. Ci son fornai che sembra appoggino un bambino in fasce nella carta, ci sono invece di quelli che te la tirano dietro, rinsecchita e troppo scura… Lei deve essere dorata, luccicosa, ma non troppo. Il colore dentro i buchi dev’essere sul biancastro, ma non troppo.




Spessa, ma al punto giusto: non dev’esser mica un mattone! Il vero Focacciaro non si ferma solo alla valutazione della bontà, ma sa riconoscere anche il fornaio di provenienza. Sembrerà follia, ma se si tratta di un vero esperto, nel momento in cui La riassaggerà, riconoscerà al volo il forno-madre. Solo chi è veramente un intenditore sa che non sto esagerando!


3- La offre. (con parsimonia)
Il Focacciaro la offre! Si, potrà sembrar paradossale, perché quando una cosa piace talmente tanto, vien difficile da offrirne un pezzo, ma la focaccia è un bene dell’Unesco, un bene comune da tutelare e vantarsene al tempo stesso. Col foreste, il vero Focacciaro se ne vanta perché “sua“, con i concittadini invece se ne vanta perché “l’ha scelta bene!“. Non è difficile trovare due V.E.L. che disquisiscono di fronte ad un pezzo di focaccia: mentre tu di domandi “chissà di quali grandi problemi esistenziali staranno parlando?” ti avvicini un po’ fino ad udire: “belin ma te diggo che l’ho cattou da o sciù Dria!” – “Ma figuitæ, t’ei un contamusse!“… ed è subito poesia. Tutto nella norma.


4- È nostalgico.
Chi è un amante vero della focaccia, è anche nostalgico: cosa intendo? Un tempo, con l’equivalente in Lire di 1€, prendevi circa 2, 3 volte la porzione che ti propinano oggi. Adesso, in alcuni posti, danno certi striscini, certi quadratini che se li vedesse mia nonna li prenderebbe tutti a colpi di mortaio (quello per il pesto eh, non esageriamo!). Ogni volta che il vero Focacciaro prenderà 1 o 2€ di focaccia, ci sarà una frazione di secondo in cui penserà: “belin se penso, primma, quanta me ne davano con mille lire!


5- È un autentico TripAdvisor dei forni Genovesi.
No, qui no che fa anguscia! Vieni con me che tra 100 metri ce n’è una che è la fine del mondo“. Il vero conoscitore della focaccia è un’enciclopedia mobile dei forni cittadini. Sa dove viene prodotta, dove è più possibile beccarla appena sfornata calda al mattino e, soprattutto, il miglior rapporto qualità-quantità-prezzo.



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