Genova è… immensa. A molti potrebbe far ridere questa affermazione, ad altri invece non meraviglierà.

Quando pensiamo di conoscerla bene, ecco che spunta un angolo nascosto che non avremmo mai pensato. Scommetto che sarà ciò che accadrà a molti di voi dopo la lettura di questo articolo e, se ne avrete voglia, l’evento che andremo a fare insieme il 26 luglio (ma di questo vi spiego bene dopo, a fine articolo).

Il Carmine.


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Mai sentito?

Ma si dai, quello del Mercato! Carino eh… ma cosa vuoi che ci sia di speciale oltre alla piazzetta?” 

Cosa c’è di altro? Un mondo!” racchiuso in pochi passi, a 20 secondi da voi, ignari di tutto ciò.

Tutti siamo passati da piazza dell’Annunziata almeno una volta! È un passaggio obbligato per chi va alla stazione Principe, chi in Università, ecc…
A molti altri sarà capitato di passeggiare al mercato del Carmine, o di passare una serata proprio all’interno della struttura liberty nelle aperture “a tema” , che spesso si sono susseguite in questi anni.
È proprio per questo che, nella maggior parte dei casi, tutti si soffermano nella zona più “conosciuta”.

Quello che vado a proporvi è un giretto, con qualche deviazione, per gustarvi tutto (o quasi) il quartiere ed i suoi punti cardine.



Quando dici Carmine, parli di un paese a sé all’interno di Genova. Questa affermazione è difficile da capire se non hai mai visitato il quartiere. Il livello di Ligurità (passatemi il termine) sale a dismisura: colori, carruggi, particolarità di ogni tipo, si susseguono in tutti i “canti” della zona.

Basta girare dietro il Mercato del Carmine, in ferro e vetro, e già si può ammirare piazza del Carmine, contornata da palazzi, alcuni dei quali cinquecenteschi!

Velocemente s’imbocca Salita S. Bernardino, che porta all’omonima chiesa (molto rovinata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale).

Nel breve tragitto, è divertente notare i nomi dei vicoletti che incrociano la via principale. Vico del Cioccolatte, Vico della Fragola, Vico dello Zucchero e così via. Che siano derivanti dalle attività che si svolgevano in quella parte della città?

Dove ci stiamo dirigendo? Verso uno dei miei posti preferiti.

Piazza della Giuggiola

Arrivati di fronte al portone dell’antica chiesa, voltiamo obbligatoriamente a sinistra.

Dopo pochi metri in Vico del Cioccolatte, passiamo in Vico della Giuggiola e scorgiamo, sulla destra, una zona dove le case arroccate concedono un po’ di respiro e fanno intuire uno spazio aperto.

Alla prima deviazione, infatti, giriamo verso destra e giungiamo in Piazza della Giuggiola. Ci troviamo in uno di quei luoghi. inconfondibili, trasudanti di Genovesità. Spazio angusto e colorato, dalla forma circolare, ma pur sempre irregolare ed in leggera pendenza verso il mare. La zona è talmente “riparata” che il rumore della città è solo un ricordo. E’ buffo pensare come a nemmeno 200 metri in linea d’aria ci sia il remescio più totale tra auto, bus e moto.


Dalla Giuggiola, invece, regna il silenzio, i cigolii delle persiane e quale ciarla che fuoriesce dalle finestre.

Perché Giuggiola? Perché c’è un giuggiolo! Belin se c’è!

C’è da prima di tutti noi sommati assieme! Le informazioni sulla sua datazione son un po’ discordanti. Alcuni libri parlano di inizio ‘700, altri invece affermano che abbia più di 500 anni. (Qualcuno ha qualche dato più certo? Segnalacelo nei commenti!)

Fatto sta che si tratta di un albero pluricentenario, probabilmente tra i più vecchi della città, se non il più veggetto! È racchiuso in un giardino ben curato e protetto.

Forse, proprio per la sua collocazione (ombreggiata per metà giornata e al riparo dai venti più burrascosi), il giuggiolo è invecchiato insieme alla città, un po’ come il famoso melograno! Non sai di quale parlo?

Eh missà che dopo ti conviene cliccare QUI per la Profezia di Genova ed il suo Melograno!

E non è finita! Ve l’avevo annunciato che c’era un vero e proprio mondo dietro il mercato. Torniamo sui nostri passi fino all’incrocio con Vico della Giuggiola e giriamo in direzione opposta. 

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