ATTENZIONE LEGGI BENE TUTTO PER CAPIRE DI CHE SI TRATTA.
Lezione serale #6 “Perchè t’impari un pò di parole cosi quando vieni a trovarci sai come interpretare..”
Vi confesso che è stato arduo definire questa parola, poichè mi son reso conto che è abbastanza insostituibile con altri sinonimi che rendano appieno l’idea.
Ravatto! Come ormai vi starete abituando, anche sta volta Ravatto, non è semplicemente “Ravatto” e basta. Si perché a noiatri ci piace imbelinare le cose e dar più significati cosi che possiamo capirci solo tra noi. Possiamo dare più interpretazioni: a) un arnese, un attrezzo (anche un tapullo), un oggetto di bassa qualità b) una persona un pò malaticcia, con acciacco temporaneo o talmente abelinata d’averne sempre una. c) dolcemente per un bambino.
Facciamo qualche esempio perchè maniman chi non conosce, dopo questa lettura, potrebbe associare Ravatto ad un c) bambino, b) monco, a) usato come attrezzo.
Avete presente quei negozi che vendono tante… cianfrusaglie, tante belinate a poco prezzo (insomma quella roba la)… Ecco un V.E.L quando passa davanti a questa roba in vetrina, bancarella, bancone etc, pensa solo a: “mià lì quanti bei ravatti“.
E’ difficile da intuire, senza sentire la pronuncia, se detto in modo positivo o negativo.
Può essere usato anche per una persona che ha sempre qualche acciacco: “t’ei un ravatto“. Che diciamocelo, è sempre più delicato di sentirsi dire “sei da buttare ormai”.
Oppure, più particolare, ma sicuramente dolcissimo è usato verso un bimbo, “ravattin” che magari dopo aver provato a camminare per qualche metro si è imbelinato rovinosamente.
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O scito o l’é ben fæto, ma o saieiva ancon ciú ben fæto se o foise scrîto tutto in zeneize. E stropiâ e poule? Abelinato, rumenta, ma ghe semmo?
Se potete mettete, per favore, le etimologie (quando non sono banali).
Il mio professore di lettere, al liceo, ci esortava a tenere un diario raccolta delle parole in lingua genovese per non farle andare “alla deriva”, così diceva.
Lo hanno ricordato i tedeschi https://de.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Ponte; manca il 90% di quello che ha scritto, ad es. ha tradotto molti testi buddisti dal sanscrito e , a quattro mani il “Vocabolario del Dialetto di Campo Ligure” Massimo Calissano – Giovanni Ponte
Non vuol dire anche “cosa rovinata, malconcia, inservibile” … quasi rumenta, insomma? Io sono zeneize, anche se poco esperta e niente praticante di dialetto, e l’ho sempre sentito usare in questa accezione…
Comunque, complimenti: bellissima iniziativa, davvero divertente!
Premetto che questo sito mi fa sempre ridere come una belina ma a sto giro ti devo far notare due grandi dimenticanze: ravatto nel senso di sgorbio e il verbo ravattare (ravanare)
Secondo i miei ricordi “ravattu” si usa anche per definire una ragazza minuta, magrolina con accezione simpatica; ma può essere anche usata in maniera leggermente dispregiativa per definire una “persona che per struttura fisica non sia sufficientemente forte per fare lavoti o fatiche da adulta” = Cit. “Mia, l’ho vistu cun na ravattu. ….”
Mi piacciono troppo queste lezioni!!! Continuate cosi ‘!
Grazie 🙂
Complimenti perché anche per me che sono genovese ma il dialetto non lo parlo molto mi fa riscoprire delle parole che non si usano molto