Egidio Ardoino detto “Il saponificatore di Genova”, il primo serial killer Italiano

È passato alla storia come uno dei primi “serial killer” italiani, nella prima metà del novecento. Il “saponificatore di Genova“, così chiamato per aver ucciso 4 donne, da lui poi sciolte nella soda caustica, così come avviene nel processo per la produzione del sapone.

Eccovi quindi il bellissimo racconto scritto (qui il post) su Facebook da Andrea Bracco.



Quasi tutto quello che si sa su Ardoino è estratto dal suo memoriale, intitolato Riflessioni di un’anima perversa, sulla cui autenticità sono stati sollevati numerosi dubbi. Molti sostengono che sia in realtà opera degli avvocati che lo difesero al processo e puntavano ad alleggerire la posizione dell’imputato, il quale aveva studiato solo fino alla terza elementare, dunque difficilmente poteva essere in grado di scrivere un memoriale di oltre 500 pagine.

egidio ardoino

( Egidio Ardoino all’età di quarant’anni anni nel 1926, in braccio alla madre nel 1890, la casa dove abitò fino all’età di 14 anni, e le quattro vittime. )

Egidio, primo di sei figli, nacque a Genova il 20 luglio 1886. Secondo alcune fonti, la bella madre, ancora quattordicenne, sarebbe stata costretta dai genitori a prendere in marito un giovane, tale Marzio Tirapane, conosciuto durante un viaggio in carrozza di ritorno dal collegio di suore di Genova, poiché questi l’aveva rapita e violentata; la vicenda della successiva gravidanza indesiderata, dalla quale sarebbe nato Egidio, è sostenuta da alcune fonti e contestata da altre.

Il 20 luglio 1956 Ardoino venne ritenuto colpevole di quattro omicidi, del furto delle proprietà delle vittime e del vilipendio dei cadaveri, e perciò condannato al ricovero per almeno tre anni in un manicomio criminale e a trent’anni di reclusione. Gli anni della condanna erano stati ridotti a ventiquattro per la semi-infermità mentale, ma poi riportati a trenta per la continuità del reato; inoltre la giurisprudenza di allora negò anche la premeditazione perché si riteneva l’imputato, incompatibile con la semi-infermità.

Di fatto, Ardoino entrerà in manicomio e non ne uscirà più. Morì dopo ventiquattro anni, il 15 ottobre 1970, nel manicomio di Quarto a Genova, all’età di 84 anni, per apoplessia cerebrale. Venne sepolto nel cimitero di Genova in una tomba per poveri. Al termine del periodo di sepoltura, nel 1975, nessuno ne reclamò il corpo e i resti finirono nell’ossario comune del cimitero della città. Una suora del carcere lo ricordò in questo modo: «Malgrado gli scarsi mezzi di cui disponevamo preparava dolci gustosissimi, che però nessun detenuto mai si azzardava a mangiare. Credevano che contenessero qualche sostanza magica». Gli strumenti usati da Ardoino per compiere i quattro omicidi sono conservati dal 1959 a Roma nel Museo criminologico.