Quando passeggiamo per la nostra Zena, può capitarci di vedere delle taglie di ottone, sul marciapiede. Cosa sono?

Le pietre d’inciampo.

Queste “targhe” che troviamo per terra, furono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per sigillare a terra una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. La pietra d’inciampo, quindi, è una lastra di ottone, posta davanti alle abitazioni dei deportati che non fecero mai ritorno a casa.

Nella mattina del 25 Gennaio 2022, sono state collocate 6 nuove pietre d’inciampo a Genova. Queste vanno ad aggiungersi alle 4 già presenti in città.

Mentre oggi, 27 Gennaio 2024, arriviamo a contarne 13 ulteriori nuove come racconta in questo articolo Il Secolo

 

Tutte in zone dove sicuramente siamo passati senza mai farci caso, sempre di corsa o sovrapensiero… Se passate da queste parti, fateci caso. Dedicate un pensiero a quella tragedia, che siate religiosi o meno. È anche in queste piccole cose che teniamo viva la “Memoria”.

  • Via Barabino 26, in ricordo di Ercole De Angelis, morto nel campo di concentramento Flossenburg.

  • All’imboccatura di Galleria Mazzini, in onore di Reuven Riccardo Pacifici, rabbino capo di Genova, che morì ad Auschwitz con la sua famiglia

  • Via Roma 1, dove Giorgio Labò, un giovane studente, visse con la sua famiglia. Dopo l’armistizio si unì alla resistenza e fu fucilato dalle SS a Roma. A lui è stata dedicata anche la piazza tra il Carlo Felice e galleria Mazzini.

  •  Italo Vitale, in Corso Montegrappa all’altezza del civico 37

Vi è inoltre un’altra pietra d’inciampo, con annessa targa commemorativa per Liana Millu. Ritornata dal campo di Auschwitz-Birkenau ha vissuto a Genova fino alla sua morte nel 2005. Era una maestra elementare, scrittrice,  e per molti anni è andata nelle scuole e in altre sedi a parlare  delle Shoah, diceva: “Sono tornata dal Nulla, Sono è la voce della Vita che ha sconfitto la Morte, Sono è la voce della responsabilità della testimonianza.” 


Qui ti lascio, infine, un altro racconto:

La PRIMULA ROSSA. La storia di Massimo Teglio
Il genovese che salvò più di 30000 Israeliti

Se vedemmo figgeu!