Il 5 Dicembre 1746 un figgeu dal nome Giovanni Battista Perasso, scrisse un pezzo di Storia di Genova.

L’impero asburgico occupava la nostra Zena (ai tempi alleata con spagnoli e francesi). L’aria era tesa e serviva proprio quella scintilla in grado di far scattare la rivolta degli zeneixi contro le truppe “nemiche”. La goccia che fece traboccare il vaso arrivò proprio dal celebre ragazzino. Scagliò una pietra contro le truppe austro-piemontesi e urlò: “che l’inse?“.


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Cosa significa?

Volete che cominci?” con una traduzione molto libera. Una costruzione di genovese antico, ma dal suono minaccioso e galvanizzante per il popolo. Una sorta di “volete la guerra?“… La rivolta di Portoria si associa, infatti, proprio a questo urlo, ed a questo figgeu dal forte carattere, tipico Zeneise.

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Particolare della statua, raffigurante il Balilla, in Piazza Portoria

Perché soprannominato Balilla?

Alcune teoria fanno risalire il termine a “Ballin”/”Balletta” (Pallina), spesso usato per descrivere bambini piccini, ragazzini dalla corporatura minuta o semplicemente i figgieu con un termine più dolce. Per completezza vi è anche una voce, meno accreditata, secondo la quale il soprannome verrebbe da Baciccia, una variante “storpiata” genovese di “Battista”.

Si chiamava davvero Giovanni Battista Perasso?

Non vi è certezza sul nome del Balilla. Perasso è sicuramente una delle identità più accreditate, ma non vi sono prove certe che fu lo stesso ragazzo che diede inizio alla famosa rivolta. Ciò che si sa’, de segûo, è la sassata come motivo scatenante dell’ambaradan, ma sul nome del ragazzino aleggia il mistero.




Tra storie e leggende, quel che rimane è il limpido esempio di lotta contro l’oppressore, condotto dal forte carattere Genovese del tempo.
Non menateci il belino, statevene a casa vostra! Ai tempi i tedeschi, adesso i turisti, ma il nostro animo non è cambiato e vorremmo prendervi a sassate come allora!

Si scherza, ovviamente, ma non troppo ecco…

Viva Zena! Dagghe Balilla! Che l’inse!

Qui in fondo segue il dipinto di Comotto, raffigurante proprio la rivolta di Portoria, “capitanata” dal Balilla

 

Se vedemmo zueni!