Di casi così, nel periodo delle persecuzioni razziali, ce ne sono stati molti. A Genova furono tante le persone che nascosero i perseguitati per anni.

Massimo Teglio, l’aviatore Genovese che salvò 30000 ebrei

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Particolare racconto che rischia d’esser dimenticato è quello sulla Primula Rossa genovese. Innanzitutto definiamo, per i più giovani come me, chi o l’è unna primula rossa: Un personaggio imprevedibile, che con la sua astuzia si fa beffe di chi lo sta cercando. L’espressione è derivata dal personaggio di un ciclo di romanzi d’avventura a sfondo storico scritti da Emmusca Orczy (pseudonimo di Montagne Barstow), che ebbero un grande successo agli inizi del Novecento, ma che oggi sono praticamente dimenticati. La primula rossa dei romanzi di Orczy (nell’originale The Scarlet Pimpernel) era un eroe dall’identità segreta che proteggeva deboli e oppressi a Parigi durante gli anni del regime di Robespierre.

Chi è, in questo caso, la Primula Rossa?

Massimo Teglio, aviatore genovese, “amico degli ebrei”. Un ex pilota che diventa, appunto, la ‘primula rossa’ di un’organizzazione (la Delasem) impegnata per strappare dalle grinfie della Gestapo il maggior numero di ebrei. La storia di un genovese che molto ha a che vedere con quella dei più famosi Oskar Schindler o Giorgio Perlasca, l’eroe di Budapest.

La locandina del Film a lui dedicato (2008)

È stato girato anche un film su questo personaggio carismatico; magari alcuni di voi avranno visto: Fuga per la libertà – L’Aviatore

Un uomo che, chi ha avuto il piacere di conoscere, definisce straordinario quanto schivo, la cui storia è ancora assai poco nota al grande pubblico.

Ma chi fu, in realtà, Massimo Teglio?

Per saperlo occorre fare un tuffo nel passato e ripiombare nel clima cupo di una città provata dai bombardamenti e dagli stenti, una città ove regna l’incertezza e la paura.
Genova, nel pomeriggio del 2 novembre 1943, delle SS sfondano la porta dell’edificio della Comunità Ebraica di Via Bertora e obbligano a consegnare tutti i registri anagrafici della Comunità israelitica genovese. Con questa prima, rapida operazione, ordinata dal maggiore Sigfried Engel, capo del Servizio di Sicurezza S.D. di Genova, ha inizio il calvario della minoranza ebraica residente nel capoluogo ligure.

Il giorno seguente, le SS riusciranno ad arrestare in Galleria Mazzini il rabbino Riccardo Pacifici (al quale è stata dedicata una pietra d’inciampo, leggi QUI).

“Sono disposto a morire per l’ebraismo, ma non per i nazisti”.
– Riccardo Pacifici

È proprio in quel drammatico novembre del ‘43 che vengono arrestati e deportati 300 ebrei genovesi.
Ed è proprio in questo momento che il nome di Massimo Teglio si inizia a far sentire in quel di Genova.

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