LEGGI BENE TUTTO PER CAPIRE DI CHE SI TRATTA.
Lezione serale #41 Nan “Perchè t’impari un pò di parole cosi quando vieni a trovarci sai come
interpretare..”nan
“Oh nan, com’è?” – “bene bene, ti? hai visto il Mugugno che ha messo l’ultima lezione serale?”
“ah si? e su cosa?” – “Belin! su nan!”
“eh scusa non l’ho vista, dai su cosa l’ha scritta?” – “Nan, t’ei scemmo?”
“eddai dimmelo!! belin non lo guardo sempre, su cosa?” – “alua t’ei proprio nescio nan”
[Ripetere il loop all’infinito.]
Tolta questa parentesi iniziale, delirante, la lezione di stasera andrà a parlare di un vocabolo mitico, un appellativo, avvolto da un alone misterioso.
Mistero di che tipo? Se cerchiamo una definizione di “Nan” su un dizionario Genovese non troveremo nulla. Ho compiuto qualche ricerca e, sul web, sembra un vocabolo assolutamente non trattato.
Sta volta, quindi, sarà una definizione del “dizionario” fatto in casa dal Mugugno Genovese: s.m – Bambino, ragazzo, “uomo avvisato”.
Il V.E.L. utilizza questo appellativo dandogli, a seconda della circostanza, un significato  diverso. Foreste, devi sapere che il 99% dei Liguri, almeno una volta nella vista, è stato chiamato “nan”, o con tono di rimprovero o in tono dolce. Potremmo sostituirlo con figgeu? “Sni”. Nan è probabilmente l’abbreviazione di qualche parola che, a logica, potrebbe essere “bambin” “ninin” “nanni” “piccin” e tutti i diminutivi con cui viene vezzeggiato un bambino. Quindi figgeu è un vocabolo leggermente più “da grandi” rispetto a quello in questione. L’utilizzo che ne fa il V.E.L., però, è molto vario. Infatti possiamo utilizzarlo, con tono severo, per redarguire (es: “oh nan, mia che se continui coscì…” | “oh ragazzo, guarda che se continui così..”), ma anche con fare più leggero ed ironico (es: “belin nan, cosse t’è imbelinou!?” | “Belin ragazzo, cos’hai combinato?”).
Questa parola rientra in quella vasta gamma di vocaboli della quale il V.E.L. fa un uso libero e spesso molto difficile da imitare per un Foreste, poichè i toni e il modo di pronunciarlo danno un significato completamente diverso alla frase.
Pronuncia: Si pronuncia come si scrive, ma occhio, la seconda “n” non viene quasi pronunciata. O meglio: la dovete trascinare e non pronunciarla secca, quasi confondendola col suono della “a”.

Se vedemmo zueni!